A Malta grattacieli e gru senza freni scatenano le polemiche

Si sta sollevando un coro di pubblica disapprovazione, a Malta, per la realizzazione di un nuovo complesso edilizio che comprenderà un grattacielo destinato a diventare l’edificio più alto sullo skyline maltese. Il progetto, approvato lo scorso 4 agosto dal governo, sta mettendo a nudo il conflitto crescente tra lo sviluppo economico (e urbanistico) e la conservazione storico-culturale della pittoresca ma ormai cementificata isola al centro del Mediterraneo, dove i cantieri costeggiano il lungomare e il suono delle gru è più frequente di quello delle sirene delle navi. Il complesso edilizio contestato include un blocco di appartamenti dall’altezza senza precedenti, 38 piani, e sarà realizzato nella popolare cittadina di Sliema, sulla costa nord-est dell’isola, pochi chilometri a nord rispetto a La Valletta. Un progetto che ha scatenato le ire dell’arcivescovo di Malta, Charles Scicluna, che è arrivato a definire il ‘Town Square’ (così è chiamato il complesso), un “obbrobrio fallico”, che “rovinerà il paesaggio per riempire le tasche di qualcuno”. Malta, che si sviluppa su 316 chilometri quadrati, è uno dei Paesi più densamente popolati e contemporaneamente cementificati al mondo. Miglialia di richieste di permessi a costruire, anche per nuove torri, sono in attesa di essere approvati e cresce il timore che l’edilizia ‘selvaggia’ possa oscurare la bellezza storica dell’isola dove l’italiano, tra l’altro, è la terza lingua più parlata dopo il maltese e l’inglese. Sono stati in molti a scagliarsi sui social network contro il governo di centrosinistra, reo, a detta di molti, di aver modificato i regolamenti edilizi a spese dell’ambiente. Un’economia florida, unita a basso tasso di disoccupazione – a giugno era al 4% – sta attirando moltissimi stranieri, soprattutto italiani, a trasferirsi sull’isola. La domanda ha creato una frenesia edilizia che ha avuto come risultato l’abbattimento delle antiche case del luogo.

 

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